Verso il risparmio energetico
Una riflessione sulle Energie Rinnovabili
Sono un consulente tecnico, laureato in Geologia e specializzato nelle tematiche relative alle energie rinnovabili, al risparmio energetico e all’efficienza dei sistemi energetici.
In particolare mi occupo di energia da fonte solare fotovoltaica e solare termica fin dal 2001, tempi in cui gli “incentivi” erano un lontano, utopistico miraggio. Quando ho iniziato ad occuparmene, il solare fotovoltaico era dedicato agli hobbisti e ai campeggiatori, ricordo molto bene il primo impianto che mi trovai a dimensionare: era destinato a servire una barca a vela con la quale un amico voleva andare in giro per il Mediterraneo durante i suoi due mesi di vacanza (che invidia…).
Il solare termico invece era più noto e utilizzato, anche se molti lo temevano, memori dei pessimi risultati ottenuti dalle installazioni di fine anni ’80, molte delle quali non avevano retto neppure per una stagione, generalmente per problemi di surriscaldamento e conseguenti cedimenti. Materiali e metodi impiantistici assolutamente antiquati, per fortuna ormai lontanissimi.
Poi c’era il sogno dell’eolico, magari quello piccolino, da mettere in cima al tetto come visto nelle fattorie dei film americani, sogno peraltro ancora tutto da percorrere, visto che in Italia l’unico eolico che abbia trovato qualche spazio è quello altamente speculativo.
Lo scopo di queste righe non è chiaramente ripercorrere dolci memorie andate, piuttosto osservare e sottolineare come i sogni di qualche illuminato pioniere si siano trasformati in un mercato attivo e potenzialmente trainante per questa malandata Nazione in cui viviamo e come questo mercato possa ulteriormente svilupparsi.
In effetti una formula sicuramente vincente è prendere atto di una necessità e trasformarla in opportunità; nello specifico, sono richiesti e voluti i prodotti legati alle fonti energetiche rinnovabili e al risparmio energetico, per migliorare la qualità della vita di ognuno e di tutti.
Trovo incredibile accettare che la nostra vita quotidiana debba essere condizionata quasi fossimo tenuti costantemente sotto scacco da pochi affaristi ai quali dobbiamo versare oboli via via crescenti (legalmente chiamati “bollette”) o dalla paura che chissà quali sconvolgimenti politici e sociali possano lasciarci senza la materia prima (attualmente il petrolio) dalla quale traiamo la maggior parte dell’energia o ancora da sagge considerazioni legate al buon senso: tutta questa porcheria che buttiamo nell’aria, nell’acqua, nella terra, non ci tornerà indietro come un potentissimo, dolorosissimo boomerang?
Da qui il senso di una giusta opportunità: trovare il modo per affrancarsi dalla schiavitù delle forniture obbligatorie. Perché tutto questo solo ora? Perché la tecnologia è matura, il sogno è finalmente realizzabile e la cultura, l’attenzione, l’interesse generale sono realmente allertati, la comunità è pronta ad accogliere le soluzioni. Qual è l’ambito nel quale ha più senso intervenire? Dove è prioritario e dove le soluzioni possono essere generalizzate? La risposta è nota: l’ambiente domestico, la casa in cui viviamo. Come intervenire? Ormai è chiaro anche a livello internazionale: occorre intervenire sui consumi, abbassandoli (risparmio energetico); sugli involucri edilizi e sugli utilizzatori di energia, migliorandoli (efficienza energetica); sulla generazione di energia, espandendola e rendendola democratica (fonti energetiche rinnovabili).
Il Mercato ha rilevato l’opportunità e sta dando le sue risposte, qualche esempio: risparmio energetico attraverso utilizzo di massa di lampade ed elettrodomestici a basso consumo; impianti a fonte rinnovabile in espansione, diffondendo l’uso del solare fotovoltaico e del solare termico; proposte di efficienza energetica attraverso coibentazione termica e sistemi di generazione di calore più efficienti.
Nell’ambito di queste ricerche e di queste proposte penso che il prodotto ThermoMultiClimax NATIVA risponda egregiamente all’esigenza probabilmente più pressante (e non solo in ambito domestico): avere un generatore di calore di grande efficienza che si presti a servire qualsiasi involucro edilizio, non necessariamente costruito ad hoc, anzi soprattutto dedicato a realizzare ottime prestazioni nell’ambito della ristrutturazione dell’esistente (altra grande opportunità) dove altre tecnologie mostrano i loro limiti.
Una novità assoluta? In realtà no, si sfrutta un fenomeno fisico arcinoto e straordinariamente energetico: la cavitazione. In questo finalmente l’innovazione: lo studio e la sperimentazione hanno permesso di ottenere un rotore che genera cavitazione controllata, della quale è possibile sfruttare solo la “parte buona”, cioè quella in grado di fornire tanta energia ad un costo accettabile. Altro aspetto estremamente positivo: il generatore funziona elettricamente, quindi si presta ad utilizzare energia costruita in loco (per esempio da un impianto fotovoltaico), quindi ad abbattere ulteriormente costi e dipendenza dalla rete, in direzione di un autonomia energetica.
In giro per il mondo esistono già unità funzionanti di questa apparecchiatura, si trovano utilizzi del fenomeno cavitazione anche diversi, addirittura militari, a testimoniare le potenzialità energetiche del fenomeno ancora probabilmente non del tutto studiato e compreso. A noi basta aver verificato che funziona, bene e a lungo, per scaldare gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo; ci fa inoltre molto piacere sapere che il produttore e la linea distributiva sono sani ed etici, una volta tanto sembra che non ci siano dietro i “soliti pochi e noti”.
Forse che il futuro stia diventando presente? Mi piace pensare che sia così e continuare ad impegnarmi perché questa domanda si trasformi in una affermazione universalmente condivisa.